Il bastione Molino a Vento (già baluardo di San Michele) è il terzo bastione che visitiamo.
Il bastione occupa il vertice sud-occidentale delle mura di Grosseto, nell'area di Porta Corsica, lungo il lato che unisce il bastione Cavallerizza al bastione Garibaldi. La sua caratteristica più tipica è la presenza di una fontana a forma dell’animale più iconico della Maremma: il cinghiale. Per la presenza della fontana con cinghiale, il bastione è comunemente conosciuto proprio come Cinghialino dai grossetani.
I lavori furono eseguiti nel 1571 e comportarono la demolizione di un complesso monastico: il monastero della Santissima Annunziata. Quello stesso anno, Lanci morì colpito dalla malaria, lasciando la direzione dei cantieri delle nuove mura al figlio Marino.
Il bastione prese il nome di baluardo di San Michele, in quanto costruito nel luogo dove sorgeva la Porta di San Michele delle demolite mura medievali, denominazione conferitale dalla vicina chiesa di San Michele. Nel XVIII secolo è documentata la presenza sul baluardo di un Corpo di guardia e di un casino per la scuola dei cannonieri.
Il nome bastione Molino a Vento risale al XIX secolo e proviene dalla presenza di un mulino attestata fino al 1823: l'edificio fu probabilmente demolito in seguito alla totale smilitarizzazione delle mura avvenuta in seguito.
Adibite a giardino, sulle mura vennero demolite le strutture militari, mentre le piazze basse del bastione furono destinate ad ospitare serre e vivai.
Risale al 1866 la costruzione dell’iconica fontana, una vasca circolare con novantacinque getti d'acqua, anche se l’arrivo della scultura del "Cinghialino" riale a molto più tardi: la statua fu collocata nel 1950 insieme ad altri animali scolpiti da Tolomeo Faccendi. Sempre nel 1950 fu installato il busto in bronzo di Giuseppe Mazzini dello scultore Ivo Pacini.