A Capraia l’agricoltura e l’allevamento si sono sviluppati intrecciandosi con le vicende della Colonia penale: i detenuti qui infatti seguivano un percorso di detenzione e riabilitazione impegnandosi nel lavoro a contatto con la natura e gli animali.
Con gli anni queste produzioni sono state recuperate ed ampliate: negli ultimi anni sono sorte interessanti realtà imprenditoriali, dalle quali traspare un sano desiderio di sostenere l’economia locale, proposte con un duplice obiettivo, essere in armonia con la natura e raggiungere ottimi livelli di qualità.
Le piccole isole tra l’altro si configurano come dei veri e propri laboratori a cielo aperto dove, con un approccio sistemico, è possibile mettere in pratica modelli innovativi di green economy.
Anche per il PNRR le isole minori rappresentano un “volano per la transizione ecologica” con la protezione e valorizzazione delle bellezze naturali, il ricorso alle fonti rinnovabili di energia, la gestione delle risorse idriche e un sempre maggior sviluppo dell’agricoltura locale che, in un contesto “estremo”, necessita di approcci ecocompatibili e di mezzi meccanici particolari.
Sono nate quindi un’agricoltura “eroica” e un allevamento in armonioso sviluppo con il contesto naturale, che producono prodotti di pregio riconosciuti a livello internazionale.
Quali sono le principali produzioni locali, assolutamente da assaggiare?
Il Miele di Capraia, in primo luogo, poiché l’isola è ambiente perfetto per le api che con la particolare macchia mediterranea offre sfumature e gusti particolari.
Gli stessi aromi si ritrovano nella produzione liquori aromatizzati: al miele, al mirto, il nocino, per citarne alcuni.
Vengono prodotte inoltre birre artigianali di qualità e ottimi vini (Aleatico, ansonica, ma anche rossi).
La produzione vinicola ha radici antichissime: nella parte settentrionale dell’isola, già dai tempi dei Romani, vennero realizzati i terrazzamenti per la coltivazione della vite. A quest’ultima e alla sua lavorazione è legata la presenza dei Palmenti, antiche vasche scavate nella pietra utilizzate per la pigiatura dell’uva. È possibile vederli lungo alcuni degli itinerari di visita: al castello, alle Tigghielle e al Segalaio. Si pensi che Capraia ha un numero tale di Palmenti che qualcuno ipotizza l’isola come una sorta di “cantina sociale” in mezzo al mare, dove attraccavano navigli per fare rifornimento delle sue produzioni di vino.
Non mancano prodotti cosmetici all’aloe e profumi all’elicriso.
Vengono poi utilizzati i prodotti spontanei della natura: il mirto nelle due fasi della crescita (a primavera foglie e fiori e da novembre le bacche), il lentisco, la rosa canina, la rosa di maggio, il corbezzolo, il finocchietto, l’erba gatta, il rosmarino. Con essi si producono liquori, grappe, sciroppi, marmellate, ma anche sali aromatizzati, preparati di erbe aromatiche e confetture, biscotti.
Dall’allevamento di capre vengono prodotti eccellenti formaggi di capra, stagionati e freschi.
Nell’isola infatti l’allevamento di questi animali era stato per decenni una fonte di sostentamento, fin da quando nel 1873 era stata costruita vicino al porto la colonia penale agricola, rimasta attiva fino al 1986, in cui erano allevati oltre 400 capi il cui latte era trasformato e consumato da detenuti, guardie ed abitanti del paese. Dopo la dismissione della colonia penale, la tradizione fu portata avanti ma poi si è interrotta, per poi essere recuperata negli ultimi anni.
Dall’acquacultura, spesso sperimentale, con un modello di itticoltura studiato e monitorato a livello europeo, provengono ottimi prodotti di pesce. L’allevamento in mare aperto, che anche la grande distribuzion di orate e branzini di almeno due anni di età, è certificato bio ed è antibiotic free.
È possibile assaggiare il pesce allevato in mare aperto e i molluschi nei ristoranti locali, nel rispetto della materia prima e delle ricette tradizionali.
Tra questi il totano, al quale è dedicato uno degli eventi più importanti dell’autunno a Capraia, la Sagra del Totano, e la zuppa capraiese, una sorta di Cacciucco livornese locale.