Paolo Virzì è nato a Livorno, dove cresce nel quartiere popolare delle Sorgenti.
È considerato da molti l’unico continuatore della commedia all’italiana dal sapore provinciale e un po’ agrodolce, influenzata dal neo-realismo, che ha avuto quale massimo esponente Mario Monicelli.
La sua carriera comincia dal film “La vita è bella” nel 1994, e prosegue poi con “Ferie d’agosto” e “Ovosodo”, nel 1997.
Virzì non ha mai nascosto il carattere autobiografico di molte tematiche, e in particolare nel film “Ovosodo” ripercorre la propria adolescenza nei quartieri popolari di Livorno. Virzì tornerà a Livorno anche per girare il film “La prima cosa bella”. Il rapporto con la città è intenso, e continua anche dopo il trasferimento a Roma per intraprendere la carriera cinematografica. Lo stesso Virzì racconta spesso di questo suo complesso e forte legame con Livorno.
“Ho una casa in Venezia – spiegava infatti in una intervista al quotidiano il Tirreno nel 2019 - quartiere che quando ero bimbo era abbastanza inaccessibile: buio, pericoloso, con un grande odore di fosso e le macerie dei bombardamenti ancora evidenti. Poi si è “gentrificato”, ma all’epoca aveva un certo fascino minaccioso. Sono molto legato a questo quartiere, che penso sia una delle parti più belle d’Italia: non solo per ragioni affettive, ma perché c’è ancora la traccia di quel disegno urbanistico innovativo e straordinario che fu la Livorno medicea. Ma attraversando Livorno lungo i canali si incontrano molti altri luoghi e simboli, come la Chiesa degli Olandesi, testimone dell’identità di questa città: il risultato di un’idea innovativa e futurista del mondo, senza frontiere e basato sulla tolleranza, dove culture, storie ed etnie diverse non solo convivono pacificamente, ma proficuamente, cioè basano il loro benessere proprio sulla convivenza delle differenze. È la cosa opposta di quello che raccontano i falsari della politica contemporanea; pensate come eravamo moderni».