acquaforte su carta, lastra mm 244x340; foglio mm 490x700
firmato in lastra in basso a destra: Carlo Servolini; firmato sul foglio in basso a destra: Carlo Servolini; siglato sul foglio in basso a sinistra: Risicatori livornesi (acquaforte) 7/10
Esposizioni Collesalvetti, Villa Carmignani, 27 novembre 2004 - 2 gennaio 2005, Livorno 2004.
Bibliografia F. Cagianelli (a cura di), Carlo e Luigi Servolini. L’arte, il pensiero, le tecniche, catalogo della mostra (Collesalvetti, Villa Carmignani, 27 novembre 2004 - 2 gennaio 2005), Livorno 2004, pp. 114-115 (ripr.); F. Cagianelli, Carlo Servolini 1876-1948. Dipinti, acquarelli, incisioni, Cinisello Balsamo, Milano 2006, p. 209 (ripr.)
L’incisione dal titolo Risicatori livornesi appare lontanamente congiunta alla temperie bellica di numerosi dipinti dedicati al tema degli arrisicatori, “uomini spericolati e ardimentosi, dalle corporature possenti e dai volti cotti dal libeccio e dal salmastro” – come li definisce Gino Mazzanti (G. Mazzanti, Carlo Servolini maestro dell’incisione, in “Le Venezie e l’Italia”, X, 1, 1971, pp. 30-34).
Rispetto a tali realizzazioni pittoriche, improntate a un registro espressivo di solenne drammaticità, Servolini procede in sede incisoria verso un’enfatizzazione caricaturale delle fisionomie, sorretto tra l’altro dall’incisività del tratto acquafortistico.
Come in altre occasioni, nella trasposizione grafica di tematiche affrontate in ambito pittorico, l’artista pone insaporisce l’indagine del tipo folkloristico, ricorrendo alla specificità della tecnica incisoria, fino a farsi interprete di uno stile unanimemente riconosciuto dalla critica dell’epoca come dichiaratamente espressionista, tanto da evocare “la potente umanità degli artisti romanici e degli incisori tedeschi e fiammighi primitivi” (G. Bonfiglioli, Artisti italiani: Carlo Servolini, in “L’Ulivo”, 2, marzo 1949, pp. 3-7).