L’interno del Salone centrale del Mercato delle Vettovaglie di Livorno, sugli Scali Aurelio Saffi, è affollato di venditori e compratori. In primo piano, sul «passaggio» di scorcio, un “baroccino”, piccolo carretto a due ruote per il trasporto a mano. Sul pavimento rialzato, a sinistra, alcune donne sistemano i propri prodotti; dietro sono due “banchi”, di cui quello a sinistra con insegna «pizzicheria», cioè una bottega di salumi e formaggi. Sul muro di fondo si aprono quattro botteghe: si individuano, anche sulla base di fotografie e documenti dell’epoca, al centro l’insegna «C. Mati», cioè la macelleria di Corrado Mati, forse a sinistra un’altra «macelleria» e a destra una «pizzicheria».
ll 1 marzo 1894 il Comune inaugurò sugli Scali Aurelio Saffi il grande e moderno Mercato delle Vettovaglie, poi Mercato Centrale, progettato dall’ingegnere comunale Angiolo Badaloni. Era articolato in tre sale. Il Salone centrale, dedicato alla vendita di carne, salumi, cereali e formaggi aveva 34 botteghe lungo i muri perimetrali e 230 banchi al centro. La Pescheria aveva 9 botteghe e 40 banchi. La Sala dei Venditori avventizi poi detta delle Gabbrigiane, cioè delle contadine che venivano dal Gabbro e dintorni con frutta, verdura, uova e pollame, aveva 12 botteghe e 78 banchi.
Fu subito dotato di un Regolamento, un Direttore e controlli soprattutto sanitari: «Un drappello composto di quattro guardie municipali ed un graduato presterà servizio permanente al mercato. […] vigili sanitari e guardie municipali sorveglieranno per la esatta esecuzione delle disposizioni sanitarie […] il veterinario municipale dovrà giornalmente visitare, per accertarne la salubrità, le carni d’ogni genere che si spacciano nel mercato».
C’erano “tripperie” e vinerie, si vendevano carne, formaggi, frutta, ortaggi, “civaie” cioè legumi secchi, caffè, spezie, pesce ammollato e pesce fresco che i navicelli dal porto, attraverso il Fosso Reale, scaricavano direttamente nelle cantine lì affacciate.
Recentemente restaurato, il Mercato è oggi luogo, oltre che di spesa di qualità, di iniziative e di visite.
[Tratto da percorso Lavoro, a cura di Sara Bruni, in Nel/Col/Dal Museo civico Fattori di Livorno: opere, percorsi, link. Guida al progetto didattico, a cura di Antonella Gioli, Sillabe s.r.l., Livorno, 2016]