Encyclopédie, ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des metiers, par une société de gens de lettres. Mis en ordre & publié par m. Diderot ... & quant à la partie mathématique, par m. D'Alembert ... .
Troisiéme édition enrichie de plusieurs notes dédiée à son altesse royale monseigneur l’archiduc Pierre Léopold.
Á Livourne, dans l'Imprimerie de la Société, 1770-1779.
(22 vol. di discorsi compresi i Supplément + 11 vol. di tavole)
L’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert fu pubblicata in Italia prima a Lucca (1758-1776) e successivamente a Livorno tra il 1770 ed il 1779. Questa doppia pubblicazione enciclopedica italiana, caso unico in Europa, mostra il successo ed il riscontro che tale opera aveva avuto. I principali artefici di queste due pubblicazioni furono il nobile O. Diodati a Lucca e lo stampatore G. Aubert a Livorno. Entrambe le pubblicazioni, rispetto alla prima edizione francese, presentano molte note additive e correttive, ma l’edizione livornese in particolare ne inserisce di nuove.
La scelta di pubblicare la terza ristampa dell’ Encyclopédie non fu casuale. Il suo fautore, Giuseppe Aubert, vide nel contesto politico-sociale piuttosto liberale della Livorno dell’epoca una buona base per iniziare l’impresa enciclopedica.
Sotto la protezione e l’appoggio costante del granduca Pietro Leopoldo, che offrì anche un ambiente atto a contenere i torchi nel bagno vecchio delle galere, vennero introdotte a partire dall’anno 1769 norme che, abolendo il regime di limitazioni all’apertura di nuove stamperie, favorivano di fatto la liberalizzazione dell’arte della stampa, cosa che permise all’ Encyclopédie di trovare facilmente ed in breve tempo molti altri sovvenzionatori.
Il primo volume fu stampato il 22 ottobre 1770. I tempi di stampa furono abbastanza rapidi, ad esclusione dell’ultimo volume di tavole che fu pubblicato nel 1778, a distanza di due anni dal precedente, si pensa per mantenere viva l’attenzione dei sottoscrittori, invogliandoli ad acquistare poi un’aggiunta di prestigio come i Supplément, usciti tra il 1778 e il 1779, di cui l’edizione lucchese era sprovvista.
Nel dettagliato “discorso preliminare” degli editori appare evidente l’intento di promozione pubblicitaria dell’opera nel risalto dato a vari aspetti come l’abilità degli artisti incisori, ma anche alle favorevoli condizioni offerte dall’ubicazione della città per la diffusione e distribuzione via mare e via terra dei 1500 esemplari riprodotti dalle 14 presse della fornita stamperia.
Da ultimo, ma certo non di minore importanza, gli editori intendono dare risalto al significato della protezione immediata data alla stamperia dal Granduca, grazie al cui beneplacito era stato possibile pubblicare anche a Livorno un’opera tanto rivoluzionaria nella forma e nei contenuti. Scelta, quella di Pietro Leopoldo, davvero ‘illuminata’ e lungimirante, come dimostra il consenso che ebbe l’edizione livornese, tale da farla presentare nella più prestigiose corti d’Europa, persino fino alla lontana Russia.