Allontanandosi dal paese, si torna di nuovo indietro nel tempo, nel VII secolo a.C., l’epoca d’oro della cultura etrusca e di Vetulonia. Seguendo le indicazioni stradali, lungo la cosiddetta “Via dei Sepolcri”, scopriamo le monumentali tombe delle più grandi famiglie dell’etrusca Vatluna, stirpi principesche di età Orientalizzante (VII secolo a. C.) che hanno lasciato memoria della propria potenza in questi maestosi sepolcri familiari. Il percorso inizia dalla Tomba del Belvedere e si conclude con la Tomba della Fibula d’oro, lungo una strada sterrata piacevole da percorrere anche a piedi. Da non perdere la visita delle più imponenti, le Tombedella Pietrera e del Diavolino II, con il loro lungo corridoio di accesso (dromos) e con le grandi camere in muratura che accoglievano i defunti e i loro ricchissimi corredi, composti da splendidi gioielli in oro e eccezionali vasi di produzione greca. Al centro della camera un pilastro si ergeva, come a custodire silenziosamente i corpi e al tempo stesso a sostenere la copertura, costituita in entrambe le tombe da una sorprendente e innovativa falsa volta in pietra (la tholos).
La Pietrera, il cui nome rimanda al suo secolare utilizzocome cava di pietra da parte dei contadini locali, fu costruita nella seconda metà del VII sec. a.C. e dopo un crollo della struttura fu completamente ricostruita, sopra i resti della precedente, alla fine dello stesso secolo. Oltre ai ricchi corredi (conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze) all’interno delle camere e del dromos furono recuperati i frammenti di ben otto statue in pietra che ritraevano individui maschili e femminili, raffiguranti forse gli antenati divinizzati del defunto, ritratti nell’atteggiamento del lamento funebre. Si tratta, insieme a pochi altri ritrovamenti in tutta l’Etruria, del maggiore esempio di statuaria monumentale etrusca dell’età orientalizzante Museo Archeologico Nazionale di Firenze).
La tomba del Diavolino II (la vicina tomba del Diavolino I fu smontata alla fine dell’Ottocento e ricostruita nel giardino del Museo Archeologico Nazionale di Firenze) è contemporanea a quella della Pietrera (VII sec. a.C) e destinata anch’essa ad accogliere i defunti di un gruppo familiare aristocratico, inumati e distesi, all’interno della camera, su letti dalle gambe tornite e sagomate in pietra di cui sono stati ritrovati alcuni esemplari. La copertura della camera funeraria, conservata solo nella parte inferiore, è stata integrata tramite restauro per restituire al visitatore la percezione degli spazi, della luce e dell’atmosfera originali; ricostruito è anche il pilastro centrale di cui si conserva solo la base in pietra.