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Al di là della notizia: come (non) cambiano gli annunci pubblicitari, un percorso tra i periodici della Biblioteca camerale - Prima puntata

Nel corso dei prossimi itinerari scopriremo che il turismo è nato in Toscana come "industria del forestiero". Ma anche la pubblicità ha vissuto i suoi esordi, come dimostrano queste suggestive pagine ritrovate all'interno della Biblioteca ed Archvio storico della Camera di Commercio!

Oltre a pubblicazioni settoriali relative alla cultura d’impresa e a preziosi volumi antichi, la Biblioteca della Camera di Commercio Maremma e Tirreno ospita una significativa collezione di periodici. Quest’articolo vuole soffermarsi in particolare su due tappe fisiche, materiali, ma anche editoriali: le riviste settimanali The Illustrated London News e L’Illustrazione Italiana. Sfogliare questi periodici è un po’ come leggere un testo a fronte e capire i meccanismi che sottendono il lavoro di un (buon) traduttore: confrontare due modi di fare editoria, dall’impaginazione alla scelta delle notizie, spesso internazionali, e l’inserto di rubriche di enigmistica sarebbe un lavoro sicuramente più complesso e articolato. Ci limitiamo in questa sede a dare delle “pillole” sul modo di fare pubblicità di fine Ottocento attraverso l’analisi di alcuni annunci di prodotti o servizi. Proprio quegli annunci che di solito saltiamo a piè pari come la prefazione di un libro, andando diretti alle notizie “serie”, eppure ci rimangono impressi. Parole sensazionali, periodare asciutto, illustrazioni divertenti: decidete voi cosa invoglia di più all’acquisto.   

Il caso di TheIllustrated London News

Fondato da Herbert Ingram, The Illustrated London News è stato il primo giornale illustrato al mondo.
Dal 1842 ha raccolto le notizie più disparate, dalla cronaca internazionale alle scoperte scientifiche, a rubriche di enigmistica, accanto, naturalmente, a finissime illustrazioni e firme d’autore.
Sfogliando un volume del 1891 tra quelli posseduti dalla Biblioteca camerale si possono trovare annunci di posate, orologi, servizi di onoranze funebri, lozioni per capelli e medicine: a noi hanno colpito in particolare i vari modi per pubblicizzare il sapone.
Brooke’s Soap punta tutto sul “naturale” e sullo sciorinare i variegati campi d’utilizzo del prodotto, dal lavare i piatti al lucidare i pavimenti. Il tutto corredato da un’illustrazione in cui troviamo una scimmia-bardo a cavallo della luna e la metafora, evergreen, del pulito e del lucente. Manca la musica e sembriamo finiti dentro a uno spot televisivo.

 
Continuiamo con lo splendore di Sunlight Soap, con tanto di raggi che si irradiano a partire dalla saponetta. Per brevità non abbiamo riportato anche i testi di corredo alle immagini, ma già in queste si respira gradimento da parte di chi, quel sapone, lo avrebbe utilizzato. Insomma, si lava che è una meraviglia: anzi, per usare le parole del testo, è quasi un gioco da ragazzi (is almost a child’s play).

 


Da radicati e convinti consumatori ancora oggi vogliamo il meglio, il “nuovissimo”: per rimarcare l’obsolescenza di ciò che è già ieri, Vinolia Soap è considerato il sapone dell’oggi, per eccellenza, con tanto di “referenze” da riviste del settore. Libri e film, in fondo, vengono ancora pubblicizzati in questo modo: fateci caso.

Con tutta questa indigestione di immagini, how I preserve my health? Naturalmente con qualcosa di rinfrescante e che in maniera istantanea dia sollievo. Salt Regal fa al caso nostro: non usatelo solo dopo cene e cenoni.